Sito in Piazza dei Bonificatori, l’edificio fu progettato dall’architetto Angiolo Mazzoni Del Grande e realizzato nel 1932, per poi essere ampliato e parzialmente rivisitato nel 1934 ad opera dello
stesso Mazzoni.
Il complesso, si caratterizzava originariamente anche per le inconsuete alte grate metalliche semicilindriche che, ideate per allocare le zanzariere a protezione dal rischio malarico, dilatavano le superfici curve conferendo all’edificio un forte carattere dinamico.
Ma le grate antimalariche di Mazzoni, non ebbero la stessa fortuna nel giudizio del regime. L’edificio nel
suo insieme appariva troppo difforme, nell’estetica e soprattutto nei materiali, rispetto agli edifici circostanti.
Il loro protagonismo sovrastava la solennità monumentale che si voleva fosse attribuita agli altri
palazzi delle istituzioni. In definitiva, se ne ordinò di lì a poco la rimozione. Ironia della sorte, identica fine
toccherà poi negli anni ‘60 alla scala rampante, privando così l’edificio dei principali elementi che lo caratterizzavano
Oggi rimane una architettura meno corrispondente all’avanguardismo futurista, ma comunque peculiare
esempio di architettura razionalista italiana, frutto della duttilità aggregativa che fu una forma del talento
creativo di Mazzoni. Una architettura fatta di volumi essenziali, di elementi funzionali, rivestiti però di
mattoni e pietra di travertino secondo una stilizzazione che (compiacendo la committenza) li
monumentalizza, con nervature verticali in laterizio, ampie incisioni vetrate, e poi, l’invenzione del
dettaglio, che resta moderno in quanto costruttivo, non smentendo così la regola razionalista che “il meno
è più”.