Nel Piano Regolatore Generale originale della città di Littoria, il vecchio centro del Quadrato viene trasformato in una grande piazza rettangolare che accoglie gli edifici pubblici diventando il Centro Amministrativo della cittadina.
Nel 1934 però, Littoria diventa capoluogo di provincia, pertanto si affida all’architetto Oriolo Frezzotti il compito di elaborare un piano di ampliamento per dilatare la maglia urbana e inserire i nuovi edifici e le attività necessarie per un Comune capoluogo di provincia. Vengono creati dei nuovi assi stradali, aggiunte nuove piazze e aumentata l’estensione dell’area urbana, racchiusa da un’anello stradale perimetrale (circonvallazione). Gli edifici progettati per definire le piazze e le quinte della città, assumono quindi un carattere nettamente diverso da quelli progettati nel 1932, in quanto necessitano essere più imponenti , massicci e caratterizzati da un pronunciato monumentalismo, consoni alla nuova destinazione amministrativa della città, e l’edificio dell’Intendenza di Finanza è uno dei protagonisti di questo ampliamento urbanistico. L'articolazione dell'edificio segue l’intersezione di un trivio di assi, ”: lo stradone del Principe verso nord che collegava Quadrato con la via Appia e il territorio pedemontano; la strada dei Bassianesi, che raggiungeva la Macchia di San Donato, poi B.go San Michele; lo stradone che in direzione sud, raggiungeva il Lago di Fogliano, mentre sul retro realizza la soluzione più semplificata del rapporto tra la centrale Piazza del Popolo (già Piazza del Littorio) e Piazza Dante. Completamente rivestito in travertino e laterizio, l’edificio comunica un monumentalismo che contrasta volutamente con gli edifici vicini, caratterizzati da portici continui di altezza ridotta, ed esprime con il suo ordine gigante il nuovo ruolo della città, proponendosi come fondale della stessa piazza. Gli alti pilastri lasciano intravedere, quasi a suggerirne la percorrenza, l’alberato Viale G. Mazzini (già via Adua) che collega la Piazza del Popolo con la Piazza B. Buozzi (già Piazza dell'Impero) ed il Palazzo di Giustizia che gli fa da sfondo. Il portico prosegue più basso ai due lati dell'edificio, flettendosi come accennato, secondo la preesistente viabilità. Su Via A. Diaz (già Viale della Vittoria) l'edificio ospitava il Consiglio ed Ufficio Provinciale Economia Corporativa. L'isolato sul retro presenta invece una facciata più aperta, grazie alle due corti e al giardino in asse con Viale Mazzini. A tale ordine esterno, corrisponde una coerente cura degli interni, che predilige l’accostamento di materiali propagandisticamente autarchici, quali l’alluminio per i corrimano e la bachelite per le plafoniere, ai più tradizionali ottone, legno e pregiato marmo italiano.